Che cos’è una lesione osteocondrale?
Quando parliamo di distorsione di caviglia, in realtà, dobbiamo pensare a tutto l’universo che ruota intorno ad esso.
Abbiamo già parlato della rottura dei legamenti della caviglia in quanto uno degli accadimenti principali a seguito del trauma.
Ma una distorsione può toccare anche la cartilagine oltre che i legamenti.
Sappiamo che la cartilagine risulta di fondamentale importanza per far funzionare correttamente l’articolazione, in quanto funge da “lubrificante” utile per la giusta distribuzione dei carichi e dei pesi sulla meccanica del passo.
In poche parole funge da vero e proprio ammortizzatore. Come nelle automobili.
Una lesione osteocondrale caviglia è dunque un danno a carico della cartilagine della caviglia, che può aver un impatto addirittura “peggiore” sul paziente rispetto alle lesioni dei legamenti.
Questo perché c’è il rischio di andare incontro ad un importante squilibrio funzionale a livello di tutta l’articolazione della caviglia.
Che può estendere poi problematiche anche ad altre parti del nostro corpo, come ad esempio la schiena, a seguito di squilibri posturali.
Lesione osteocondrale caviglia cause e sintomi
Come già detto la causa primaria di una lesione osteocondrale caviglia è un trauma di tipo distorsivo a carico appunto della caviglia.
Questo trauma può avvenire sia verso l’interno che verso l’esterno a seconda del tipo di evento distorsivo.
I sintomi principali delle lesioni osteocondrali sono assolutamente il dolore, la tumefazione e difficoltà nella deambulazione.
L’entità del sintomo può variare da persona a persona, fermo restando che non è l’entità a fare la gravità della situazione.
Sintomi lievi potrebbero in realtà nascondere lesioni ben più gravi che vengono visualizzate solo a seguito di una corretta diagnosi strumentale.
Diagnosi di lesione osteocondrale
Per diagnosticare una lesione osteocondrale si parte da una prima visita specialistica ortopedica in cui andremo ad analizzare quelli che sono i sintomi principali ossia il dolore e l’instabilità.
Dopo accurata anamnesi, che va però effettuata a distanza di tempo dall’evento traumatico, vengono richiesti ulteriori approfondimenti diagnostici per confermare che siamo in presenza di lesione osteocondrale caviglia.
Esami che sono la Risonanza Magnetica o la TAC.
Una volta confermata la diagnosi di lesioni osteocondrali il Medico Ortopedico imposterà la terapia più adeguata per il proprio paziente.
Terapia delle lesioni osteocondrali caviglia
Attualmente le terapie per questo tipo di lesioni possono essere suddivise in tre gruppi:
- terapie conservative
- medicina rigenerativa
- intervento chirurgico
Terapia conservativa
Nelle alterazioni osteocondrali la terapia conservativa può essere riassunta, come in altri tipi di problematiche della caviglia, nell’acronimo PRICE. Quindi protezione, riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione.
L’utilizzo di antinfiammatori FANS o di terapie fisiche come la tecarterapia o la magnetoterapia possono accelerare il processo di guarigione.
Medicina Rigenerativa
Quando l’Ortopedico valuta il danno e l’entità della lesione e quando l’età del paziente lo permette, una delle opzioni di cura è sicuramente la Medicina Rigenerativa.
Il trattamento è di tipo infiltrativo con utilizzo di fattori di crescita. In medicina queste tipo di infiltrazioni sono conosciute come PRP. Platelet Rich Plasma o plasma arricchito di piastrine (in Italiano).
Questo tipo di infiltrazioni aiutano a ridurre il dolore e la lesione e contemporaneamente stimolano la rigenerazione dei tessuti danneggiati.
Tale tipo di terapia può avere forza sia come terapia singola, che in coppia con altri tipi di intervento. Come ad esempio l’operazione chirurgica.
Terapia chirurgica della lesione osteocondrale della caviglia
In ultima istanza, qualora le terapie precedenti non dovessero avere effetto, ci dovremo orientare insieme al Medico, all’ipotesi di intervento chirurgico. Al fine di effettuare la ricostruzione della cartilagine danneggiata.
Le tecniche di ricostruzione sono diverse. Abbiamo quelle di tipo mini-invasivo in artroscopia oppure le tecniche classiche o cosiddette a cielo aperto.
La scelta di una tecnica invece che di un’altra è dovuta ad alcuni fattori tra cui ad esempio la zona da trattare, l’età del paziente, le future esigenze funzionali.
L’obiettivo principale della chirurgia, resta comunque quello di creare un tessuto che sia molto simile a quello originale della cartilagine danneggiata.
Che solitamente si ottiene utilizzando le cellule mesenchimali che fuoriescono dall’osso sottostante (scelta elitaria). Oppure in alcuni casi prelevando il tessuto da una diversa sede cartilaginea.
Tutte queste informazioni e le modalità vi verranno spiegate dal vostro Medico curante con cui deciderete insieme la soluzione più adeguata alle vostre esigenze.